Un secolo di storia del rifugio Taramelli
Il rifugio Taramelli è l'ultimo rifugio rimasto costruito nella tipica struttura a cubo dei primi del '900. Fu costruito dall'associazione alpinistica dell'epoca per motivi di studio geologico. Ha superato indenne una guerra mondiale ed ha ormai più di un secolo di storia.
L’idea di costruire un rifugio nel cuore dei Monzoni, zona di rilevantissimo interesse geologico, risale al 1903, quando la Sat (Società degli Alpinisti Tridentini) ne decise la costruzione per ospitare la visita degli illustri studiosi del Congresso Geologico Internazionale che si tenne a Vienna l’anno seguente.
Il socio Garbari offrì 2000 corone e il terreno fu acquistato per 915 dal comune di Pozza di Fassa. Normalmente il terreno per la costruzione dei rifugi veniva regalato; in questo caso fu pagato a caro prezzo a causa dell’intervento di Dantone, funzionario notoriamente filo austriaco del Comune di Pozza. La Sat, infatti, in quegli anni in cui il Trentino faceva ancora parte dell’Impero Austro-ungarico, si caratterizzava anche per le sue spiccate simpatie patriottiche filo-italiane.
Costruito nel giro di pochi mesi, venne inaugurato il 9 agosto del 1904 con una grande festa e la presenza dello stesso Torquato Taramelli, insigne geologo dell’università di Pavia, volontario garibaldino nella battaglia di Bezzecca e socio onorario della Sat. Piuttosto insolita fu l’intitolazione del rifugio ad una persona vivente, che, terminato il pranzo, allietato pure dallo spumante messo in fresco nella neve, prese la parola per il discorso di ringraziamento. Taramelli ringraziò la Sat per la dedica, precisando che acconsentiva “non come scienziato, ma come patriota”.
Pare che il suo discorso sia stato la parte più noiosa della giornata, e che la banda di Pozza si premurò di farlo dimenticare al più presto iniziando a suonare. Nacque così tra vino, balli, signori baffuti in giacca e cappello e gentili signorine lo spirito allegro che da sempre accompagna il rifugio.
Come abbiamo visto, dalla sua nascita il Taramelli è sempre stato un rifugio speciale.
Snobbato dagli arrampicatori, perché le cime attorno non presentavano pareti attraenti, richiamava invece i geologi e gli studiosi, che venivano a studiare la zona dei Monzoni "sede dei fenomeni più svariati e meravigliosi" come ebbe a scrivere il geologo tedesco von Buch.
Situato sulla linea del fronte nel corso della prima guerra mondiale, il rifugio venne utilizzato come comando militare austriaco e come ospedale da campo. Sulle cime dei Monzoni sono ancora numerose le tracce dei camminamenti e delle fortificazioni di guerra.
Dopo la seconda guerra mondiale, durante la quale fu utilizzato anche come punto di avvistamento antiaereo, fu gestito per un certo periodo, proprio per la sua valenza scientifica, dal Museo Tridentino di Scienze Naturali. Anno di svolta nella storia del rifugio Taramelli è l’estate del 1961. È in quell’anno infatti che la sua gestione venne affidata alla Susat, la Sezione Universitaria della Sat; che vi organizzò per tre anni dei corsi di divulgazione geologica sotto la direzione del prof. Leonardi. Dato il successo come luogo di incontro tra geologi e studenti alpinisti il rifugio divenne la casa in montagna della Susat. Fu allora che al Taramelli venne inaugurata la tradizione, che sopravvive anche ai giorni nostri, delle gestioni settimanali da parte dei soci della Susat.
Adagiato sulla cima di uno sperone roccioso come un castello medievale, vigila dall’alto sulla valle dei Monzoni. Nella sua storia centenaria la forma a cubo è rimasta inalterata, ultimo esempio di questa tipologia costruttiva che caratterizzava tutti i rifugi di inizio '900.
Oggi il rifugio Taramelli è ancora lo stesso. Situato in una zona dalla forte presenza turistica, mantiene inalterata la propria dimensione fisica ed umana.
(Un grazie particolare alla Biblioteca della montagna - Archivio storico della Sat per le fotografie storiche)