Chi siamo, cosa facciamo e perché
Chi siamo
Siamo un gruppo di appassionati di montagna e di cucina, escursionisti, alpinisti, arrampicatori che amano stare nella natura e dedicano parte della loro vita a gestire questo piccolo rifugio.
Siamo soci Susat, Sat e Cai.
Nicola, il gestore dal 2005, coordina tutta l’attività.
Cosa facciamo
Insieme gestiamo il rifugio Taramelli, l’ultimo rifugio rimasto in Trentino nella sua struttura originale del 1904. È piccolo e rustico, l’atmosfera è informale e un po’ scanzonata. Insieme accogliamo gli ospiti, prepariamo a mano il cibo che mangeranno, sistemiamo i sentieri, ci prendiamo cura dell’ambiente circostante.
Negli altri momenti proviamo nuove ricette ed esploriamo le montagne intorno a noi.
Qualcuno semplicemente legge un libro all’ombra dei cirmoli, qualcun’ altro dipinge.
Perché lo facciamo
Ci piace la cucina fatta a mano e la natura selvaggia.
Siamo orgogliosi di difendere l’idea di un turismo diverso, legato ad un minore impatto dell’uomo nell’ambiente, a rapporti più umani, ad una maggiore semplicità.
Luoghi più isolati, meno persone, maggiore semplicità.
Il rifugio Taramelli è ancora come è stato costruito nel 1904. Ormai è un pezzo di storia.
La Susat gestisce il rifugio dal anni ’60 e grazie al suo impegno è riuscita a salvare il rifugio dalle pesanti ristrutturazioni che l’avrebbero ingrandito, ma anche snaturato. Grazie a quest’opera di salvaguardia, il rifugio Taramelli è l’ultimo rifugio a cubo rimasto. Si tratta del modello costruttivo con cui venivano costruiti i rifugi all’inizio del ‘900: un parallelepipedo di 6 metri per 8 di base e due piani di altezza, costruito con pietre prelevate sul posto e rivestito all’interno di legno.
Una struttura piccola, costruita più di un secolo fa, per un turismo a misura d’uomo e a basso impatto ambientale.
1% for the Planet
Dal 2020 la S.A.T., Società degli alpinisti Tridentini, proprietaria della rifugio, aderisce al progetto globale di conservazione dell’ambiente che va sotto il nome di 1% for the Planet, associazione internazionale che prevede l’impegno da parte delle aziende coinvolte nel destinare almeno l’1% del fatturato in pratiche di rispetto, conservazione e riqualificazione ambientale.
Il sistema funziona distribuendo aiuti a piccoli gruppi impegnati a livello locale su problemi specifici, evitando così le grosse associazioni generaliste che assorbono con i loro sistemi di gestione farraginosi, la maggior parte delle risorse che raccolgono.